AIUTO È FERRAGOSTO!

Attenzione, questo post potrebbe risultare offensivo per qualcuno. Non me ne vogliano i puristi delle festività di cartello, ma, giuro, non capirò mai cosa spinge la maggior parte dei titolari di un scheda sim attiva, piuttosto che di un profilo social o di un web account, di inondare l’etere moderno di auguri. Auguri per Ferragosto, come oggi, ma anche per Natale, per Pasqua e a Capodanno. Auguri a chi? A tutti? Così, nel mucchio, tanto per non far torto a nessuno? Anche a coloro che dichiaratamente stanno sulle balle e che se si incrociano per strada si cambia marciapiede? O che, ok la vignetta ben augurante via whatsapp, ma una telefonata, il 7 ottobre o il 22 marzo, per chiedere come va, no eh…. ? O ancora, forse è solo ottemperare ad una consuetudine, rigorosa solo per chi crede che lo sia e così avere la coscienza in pace, per aver fatto quello che fanno tutti ? L’utilizzo degli smartphone e con essi la smodata e cronica ossessione di inondare gli infiniti spazi astratti che gli dei della tecnologia continuano a metterci a disposizione, ci ha incanalato (finalmente, direbbe qualcuno) sulla strada verso il precipizio irreversibile dell’ignoranza conclamata, dove le lauree conseguite sui social, più di recente in particolare su epidemiologia, geopolitica e discipline olimpiche, quest’ultime con sfumature di consumato opinionismo sociorazziale, oggi identificano l’umano medio in colui che ritrova sé stesso ed i suoi simili nei dettami assorbiti in modalità random dai media in generale. In tale contesto invero disumanizzante, insiste spargere auguri di buon-quel-che-ti-pare, convinti di fare cosa buona e giusta, ignorando più o meno volutamente che invece di tutto il contrario si tratta, compiacendosi al fine di aver adempiuto anche a quest’ultimo assalto, a ciò che resta di una flebile speranza di ripresa delle coscienze, anzi dandole l’ennesimo colpo di grazia. Senza rendersi conto che di sola ipocrisia vive l’uomo, in questi frangenti e che comunque rendersene conto o meno vale come il due di picche nella partitella a carte dopo l’abbuffata festaiola. Adieu ma vie!

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