IL TRAMONTO DELLA VITA

“Come è dolce ed al tempo struggente colui che giunto avanti con gli anni, si aggrappa alla vita, che sente calare, come un sole al tramonto. Dolce ed al tempo struggente sentirsi chiamare ad allacciargli le scarpe e mettergli la camicia. Da chi ci mise al mondo e ci insegnò a camminare, con la vigoria del padre che quasi spaventava, con la forza dell’amore che ci rassicurava. Quella mano forte che teneva in piedi la bici mentre noi panicavamo, quella prima volta senza rotelle....Ed ora quella stessa mano, nodosa e titubante, si allunga alla ricerca dei nostri visi. Ed ora sono quei padri che anelano restarci vicino, per continuare a vivere. Come a barattare quel che loro diedero a noi allora, con quel che noi possiamo dare loro adesso. Affinché il tramonto sia lento e luminoso ed il più lungo possibile.”

Questo è un pensiero che scrissi cinque anni fa, quando mio padre ormai cominciava a perdere contatto con la vita. Oggi manca da più di due anni e non posso fare altro che constatare, semmai ne avessi ancora bisogno, che il passare del tempo è fatto per dimenticare le fatiche e le difficoltà affrontate in vita, quelle che si perdono nei bei ricordi invece, delle persone che hanno lasciato segni indelebili e ben più profondi, colmi di benevolenza e di amore per chi bene ha voluto loro. E proprio oggi ricorrono due anni anche da quando il suo caro amico e cugino acquisito lo ha raggiunto nel luogo delle anime salve. Si saranno già ritrovati, anche se là il tempo non si misura, con la solita allegria che li accomunava, al suono della loro coccina zeneize, che contraddistingueva il loro stare insieme, pieno di mugugni seri e di sorrisi sinceri. Coinvolgendo, nella spensieratezza dei giorni felici e di quelli anche meno felici, tutti coloro che oggi li ricordano senza tristezza. 

Commenti

  1. Molto emozionante , Pier.
    Un genitore si ama anche cosi!

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