LA PIETRA E LA STORIA

Storia. Oggi c’è un’ora di Storia. Che palle studiare Storia. La ricordo come la materia più noiosa, insopportabile ed odiata tra tutte. Quando non si avevano ancora vent’anni. Poi, ad un certo punto imprecisato dell’esistenza, diverso per tutti, magari non per tutti, ci si accorge di quanto conoscere e capire come nel corso del tempo siamo arrivati ad essere quello che siamo oggi, sia importante e affascinante. La Storia. Quella dell’uomo e delle sue vicissitudini, dal grande personaggio, il cui nome ricorre sulle pagine dei libri e sulle lapidi commemorative, all’ultimo degli ultimi, come uno qualunque dei nostri giorni, “l’uomo della strada” per dirla all’anglosassone. Tra i quali i senzatetto, quei poveracci che ancora oggi fanno da contraltare ai benestanti, nella scala delle classi sociali che da sempre contraddistinguono le epoche storiche. La pietra su cui ieri ho posato la mia mano, titubante quanto famelica, risale all’alto medioevo. Quella pietra, insieme ad un’altra imprecisata quantità, fu messa lì, nella stessa posizione in cui si trova oggi, da uno degli ultimi di mille anni fa. E sta ancora lì, a costituire parte di una torre di avvistamento costruita in epoca bizantina dagli abitanti di un luogo denominato Montecorvino (https://www.garganoedaunia.com/it/pd/torre-di-montecorvino). Parte di essa non ha resistito a intemperie e terremoti, mentre ciò che ne resta e che in molti si stanno impegnando per salvare e valorizzare, insieme ad altri ritrovamenti attigui del medesimo antico insediamento, ancora testimonia il passaggio della storia in questa zona. L’uomo qualunque che pose lì quella pietra, quel giorno, forse era uno schiavo e forse morì poco dopo, o forse era un abitante del luogo e forse tornò a casa sfinito ma fiero. Comunque la si veda, la storia qui l’ha fatta l’uomo, così come avvenne, avviene ed avverrà in qualsiasi altra parte del mondo. E mi sarebbe piaciuto capirlo prima, a scuola, per beneficiare da subito della magia che essa racchiude e dell’importanza che rappresenta. Così da assorbire appieno quelle vibrazioni, immobili e silenziose, che una pietra millenaria, sulla quale io oggi posso ancora posare la mano, ha il potere di trasmettermi, proprio quelle che l’uomo che la pose lasciò in eredità a tutti coloro che vennero dopo di lui, me compreso, senza saperlo. 

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