Incontro quel mio amico che non vedevo da
un bel po’. Mi racconta che ha avuto problemi di salute, a causa dei quali ha dovuto cambiare mansioni sul posto di lavoro, per cui ora è a stretto contatto con Paolo. Paolo... Ogni volta che
sento fare il suo nome, la mente corre subito a quella che fu una splendida
amicizia tra ragazzini, che nacque ancora prima, sui banchi della prima
elementare e che si protrasse solo fino ad un certo punto, di un’adolescenza appena
accennata. Quando un diavoletto, ironia del destino anche lui di nome Paolo, non
ci mise la coda. E l’angioletto, ingenuo e troppo acerbo che ero io, ci inciampò
e ne cadde vittima, con tutte le scarpe. Quella con Paolo era un’amicizia
fraterna davvero, non per modo di dire, una di quelle amicizie destinate a
durare in eterno. Quelle amicizie che legano le anime, prima che le persone. O
forse di un tanto mi illudevo, perchè, da così giovani, la visione di ciò che
accadrà in futuro è sicuramente distorta, falsata dall’ingenuità e da quell’entusiamo innocente
e sprovveduto di chi ancora non ha conosciuto l’asprezza della vita reale. Cosa
che a me accadde di lì a poco, appunto. Le vicissitudini, fuori dal mio
controllo, ma che con grande rammarico mi sono sempre rimproverato di non aver mai
neppure provato a contrastare, vollero che l’amicizia andasse in frantumi, stupidamente ed inevitabilmente. Alla faccia di tutti quei meravigliosi
momenti che Paolo ed io condividemmo, divertendoci come pazzi, uniti da una
complicità spontanea, naturale, così forte, così serena ed al tempo stesso così
fragile da non riuscire a resistere ad una subdola spinta nel precipizio oscuro
di ciò che diventò presto indifferenza, per mano di un intruso mosso da invidia e da cattiveria immotivate. In questa foto di tanti anni fà è ritratto un gruppetto di amici, nella strada dove io sono nato e cresciuto. A parte me, uno di loro purtroppo
non c’è più, di un altro ho perso le tracce subito, di un altro ancora un po’
dopo. Uno invece è tuttora uno dei miei migliori amici. E poi c’è Paolo, che
qui esprime tutta la sua simpatia, per come lo ricordo e lo porto nel cuore io.
QUANDO ERAVAMO (MOLTO PIÙ) GIOVANI

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