Il mare di settembre è quello che trovo dopo i primi temporali che iniziano la fine della stagione. È un mare appiattito dalla brezza di tramontana, che rinfresca l’aria ma non l’acqua. Che anzi è addirittura più invitante che in agosto. La battigia è stata allungata ed addolcita dalle onde lunghe di ieri, che hanno cancellato lo scalino di pietrisco, lasciando alla sabbia formare il tappeto appena scosceso, il cui declivio scema docilmente nell’acqua. È una mattina molto tersa, grazie a questo vento, una di quelle giornate in cui l’orizzonte sembra dipinto a tinte forti e decise. Il cielo tuttavia non è sgombro, velato dal dispetto di nuvole di passaggio, che usurpano il sole dal suo dominio incontrastato degli ultimi due mesi. In effetti non fa più così caldo e fare il bagno risulta una sfida, non tanto per entrarci, nell’acqua, quanto per uscirne, dosando con il necessario coraggio l’impatto con l’aria fresca. Il momento di riflessione in solitario sulla ennesima dimostrazione di bellezza della natura, mi viene interrotta dal vicino di ombrellone, che, bontà sua, ha piacere di rivedermi dopo un anno, per parlare un po’ di calcio. Poi lui si butta, dopo che io trovo finalmente lo spiraglio per invitarlo a farlo; io no, “ho dimenticato di lasciare gli occhiali a riva”, la scusa per tornare al mio momento in solitario, sebbene ormai inevitabilmente incrinato. Il mare di settembre è quello che ormai c’è poca gente e quella che c’è lo apprezza perché ne sa cogliere la fragranza migliore. Siamo in pochi, per fortuna. C’è anche il mare di ottobre, ma è una scommessa che di rado si realizza. Quindi oggi faccio l’ultimo bagno, forse anche domani. L’ultimo da chiudere nel cassetto e farsi una ragione del grigiore che arriva e che ci farà compagnia per i prossimi lunghi mesi. Chissà che però, ad ottobre….
ULTIMO BAGNO?

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