VOTARE O NON VOTARE?

Nella campagna elettorale americana spunta il cartello di un fan: “When we vote, we win!” Come è vero ! Invece, ieri in Liguria, noi abbiamo perso e qualcun altro ha vinto. Ha vinto -ancora- l’astensionismo, quel fenomeno ormai incancrenito nella nostra società stanca, che impedisce ad un paese di avere un panorama chiaro e definito del corrente pensiero politico della gente. Dovrebbero pensarci, coloro che disertano i seggi, pensare un po’ di più che ciò di cui si lamentano è proprio una conseguenza della loro decisione. I motivi per cui questa gente non va a votare possono essere comprensibili, magari anche condivisibili, ma mai una valida giustificazione: il diritto al voto va onorato, sempre. Non importa per chi, importa votare. Certo, continuare a racimolare delusioni non invoglia ed astenersi è anche un modo per dimostrare il proprio dissenso. Ma non è così che le cose cambieranno, se davvero è questo ciò che anche chi non va più a votare desidera ed aspetta. Le cose cambieranno nel momento in cui, esprimendo il voto, rispettando quel diritto-dovere per il quale in tanti hanno sacrificato la propria vita al fine di donarcelo, tutti quelli che saranno tornati ai seggi avranno comunque vinto, perché avranno contributo a dare finalmente una dimensione vera, completa ed attendibile dell’elettorato italiano. Ciò che invece è in questo momento tremendamente reale e che, a noi che a votare ci andiamo, regala l’amaro calice della sconfitta, non in termini di voti ma ideologici, è constatare che la variabile per cui il consenso delle urne va alla parte sbagliata è molto probabilmente più che concreta. 

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