LA IENA, L’ELEFANTE E IL RINOCERONTE


Da un po’ di tempo, la iena la faceva da padrona, laggiù nella savana, ingannando in realtà tutti gli altri animali con sotterfugi che lei adoperava solo per mantenere la sua posizione di privilegio. Il rinoceronte e l’elefante si accorsero però di queste sue trame losche e decisero di fare qualcosa per spodestarla. Entrambi si riconobbero reciprocamente forti e potenti, al punto che una semplice iena, se pur supportata dal suo branco, non avrebbe potuto opporre una grande resistenza. Giunsero quindi alla conclusione che, messi insieme, non avrebbero lasciato alcuna chance alla iena per cavarsela e presto la situazione nella savana sarebbe migliorata. Il giorno prima della grande adunata di tutti gli animali, quando tutti insieme avrebbero votato quello preferito, l’elefante ed il rinoceronte erano sicuri che avrebbe vinto uno di loro, perché tutti gli altri animali avevano apprezzato la loro unità d’intenti. Sul far della sera però, il rinoceronte si ricordò di non aver ancora sistemato una vecchia questione con il grande vecchio del suo branco, il rinoceronte bianco. Allora andò dall’elefante a dirgli che non avrebbe potuto trascorrere la vigilia dell’adunata insieme al resto degli animali, per via di quella storia personale in sospeso. L’elefante, subodorando un potenziale pericolo per la sua alleanza, chiese al rinoceronte di occuparsi di quella storia dopo la grande adunata di tutti gli animali. Ma il rinoceronte, che era animale cocciuto più del mulo, disse che proprio non poteva procrastinarla, quella storia, proprio no. Andò quindi dal rinoceronte bianco, a dirgli che, da quel giorno, non poteva più essere il grande vecchio del branco. Il rinoceronte bianco si arrabbiò molto, perché disse che il rinoceronte non poteva arrogarsi il diritto di decidere per lui. La discussione andò avanti a lungo ed il giorno dopo, saputo della cosa, tutti gli animali, delusi dall’atteggiamento del rinoceronte, votarono nuovamente per la iena. L’elefante andò dal rinoceronte e gli disse che, la prossima volta, se mai ci sarebbe stata, avrebbe dovuto evitare di farsi gli affari suoi e pensare a mantenere gli impegni presi con tutti gli altri animali, dei quali comunque aveva perso ormai la fiducia. 

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