L'INNOCENZA DEL CHIASSO INFANTILE

Passeggiando col pensiero immerso nei perchè della (mia) vita, l'attenzione mi viene dirottata su di un insistito vociare fanciullesco, proveniente non da distante. Seguendo con l'istinto del curioso incallito quel richiamo più fascinoso che fastidioso, foriero anzi di ciò che i perchè della mia vita anelavano per essere addolciti, mi imbatto nel cortile di una scuola materna, dove decine di bimbi e bimbe in tenera età giocano e scorrazzano in assoluta libertà. Quella libertà, sottolineata da urla e schiamazzi non irritanti come di solito risultano, di cui, loro malgrado, non sono ancora in grado di comprendere l'importanza. Quella libertà della quale molti si riempono la bocca, senza conoscerne esattamente il significato, solo per uscite a effetto di circostanza. Che questi bambini domani rimpiangeranno come certi grandi la rimpiangono oggi. Glielo vorrei spiegare, fermandomi a discorrere con loro di quel che sarà il futuro, ma non posso dare nell'occhio, né come folle, apparendo tale, né ancor meno come maniaco. Oggi come oggi basta poco. Ed è un vociare questo che non disturba affatto, non come quello che si è costretti a subire quando, in treno o in aereo, si ha la tremebonda sfortuna di avere posti attigui a veri e propri campioni olimpici di piagnistei e capricci. Quando, in quei casi, non si sente affatto la necessità di apprezzare il senso di gioia che i bimbi nel cortile dell'asilo mettono bontà loro in scena. In quei casi, si ha invece soltanto il becero desiderio di 'spegnere' in qualsiasi modo quella lagna tormentosa e tormentante, ancorché ciò si riveli nella maggiorparte delle situazioni assolutamente impossibile, oltre che altamente sconsigliato in termini giuridici, oltre che vergognoso. Raccolti nello spazio a loro più congeniale, per la loro natura di cuccioli, in cui condividere lo svago, peculiare della loro età e necessario per la loro crescita, emanano quell'aura positiva che anche l'adulto possiede, ma che col tempo ha dimenticato. Grazie ad incontri casuali come questo, può risaltar fuori però, dando modo di riscoprire il gioioso sprone a comprendere che gioia e spensieratezza non sono stati d'animo inopportuni per chi è un po' più avanti con l’età, ma ciò di cui esattamente c'è bisogno, a qualunque età. E visto che tutti li hanno già vissuti, dato che tutti si è stati bambini, qualche residuo, da qualche parte dell'animo, dev'essere rimasto. Un modo concreto per fermarsi, anche solo per un attimo, a riflettere se è davvero necessario essere costantemente incazzati col mondo e col prossimo. Mentre invece, con la semplicità di una mente aperta, essere in grado di dare il giusto peso a tutto, il peso specifico delle cose e non quello ingestibile e sfiancante che in modo arbitrario abbiamo ormai deciso di attribuire ognuno alle proprie preoccupazioni. Con un atteggiamento così semplice e così naturale da risultare innocente, la stessa innocenza che ammiriamo in questi bambini e che con così tanto trasporto gli invidiamo.

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