C'è da parte di molti la continua necessità di esprimere opinioni su questioni che ormai hanno fatto il loro tempo, ma che evidentemente ancora oggi li assillano, portandoli a reiterare quell'atteggiamento sprezzante e indisponente verso coloro che invece certe questioni le hanno condivise e non subite. Non si capisce il perchè di questa continua necessità, di mantenere vivo uno sfogo, peraltro del tutto fine a sé stesso, di continuare a vomitare tutto questo astio, per lo più sui canali social, utili nella fattispecie come la forchetta per il brodo, solo per ottenere il consenso di chi la pensa allo stesso modo. Non c'è modo infatti di cambiare questo andazzo, tanto più su questioni di portata non solo nazionale ma globale, dove l'opinione pubblica, è ampiamente dimostrato, non viene considerata affatto. Per far sì che essa abbia voce in capitolo e venga rispettata, bisognerebbe riportare il mondo indietro di due o tre secoli, quando il popolo si univa sotto la guida di leader ideologici e non solo e faceva la rivoluzione. Oggi no, oggi non ci sono né leader né tantomeno ideologie ed il popolo è tenuto a bada, in silenzio, soggiogato, con contentini e specchi per allodole. E se si indigna perchè per esempio le spese destinate al sociale vengono deviate sul riarmo, non vi è alcun timore per chi muove i fili che ciò vada oltre l'indignazione stessa. Perchè la rivoluzione fatta sul social è una barzelletta. Per contro, c'è gente che esula da tutto ciò, pur vivendo nel nostro stesso mondo, ma in condizioni da non avere né mezzi né possibilità di indignarsi. Gente troppo impegnata a sopravvivere, piuttosto che a criticare per il solo gusto di farlo. Gente che non ha più nessuna possibilità di pagare una bolletta, restando al buio in una casa che sta per essergli sottratta, o di pagare la fettina dal macellaio, riducendosi a mangiando quel poco che riesce a racimolare altrove. Gente che non sa come evitare che la propria famiglia continui a vivere in queste condizioni. Gente che noi sappiamo esistere -e che sa che noi sappiamo- e che ciononostante rimane intrappolata nei meandri di una esistenza parallela alla nostra, al limite della sopravvivenza. Dove pochi euro fanno la differenza. Perché mentre l'opinione pubblica si scatena contro quello o quell’altra e contro le conseguenti azioni o non azioni, vi sono coloro il cui istinto li spinge a cercare di non farsi sopraffare dalla disperazione, per una colpa immeritata ma presente, che bussano timidamente ad ogni porta, spesso con vergogna, meno spesso forti di un orgoglio che va’ al di là dello sconforto, pur giustificato e giustificabile, per chiedere aiuto. C'è chi nemmeno comprende perché è costretto a farlo, ma non è questa la domanda vera. Piuttosto è quella di capire chi può essere davvero di aiuto, cui rivolgersi con cieca fiducia per non cadere ancora più in basso. Oggi il mondo festeggia la donna e tanta più mimosa viene sbandierata, tanto più le coscienze oscurano le necessità di coloro che rinuncerebbero volentieri alla festa, pur di tornare a vivere con dignità.
TU CHIAMALE, SE VUOI…. Suggestione e cordoglio. Commozione e trasporto. Sensazioni che si rincorrono. La magia che si ripete. Ho ascoltato la storia del grande Bach che volle imparare l’armonia italiana da Vivaldi. Ho assaporato la passione di Giuseppe -che era Peppiniello e che ora è un professionista- per il cantautorato italiano, capace di coinvolgere anche uno meno avvezzo come me. Allora si consolida la consapevolezza di come l’Italia sia veramente quella culla di culture che va oltre il luogo comune, culture che spaziano nei secoli e nei generi, lasciando che chiunque in giro per il mondo ne assapori a proprio piacimento. In questi ultimi giorni, il nostro centro del mondo è stato il villaggio semi sconosciuto adagiato su una collinetta dauna, dove melodie barocche e pop rock si sono fuse idealmente, alternandosi nei momenti topici della settimana più calda dell’anno. In tutti i sensi. Una ricchezza offerta gratuitamente, ove l’impegno infaticabile ed ammirevole dei pochi ha riem...
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