LA SOLITUDINE DEGLI ULTIMI
La carnagione olivastra, i tratti giovanili vagamente esotici, la corporatura esile e l'ncedere incerto, tradiscono una dimensione estranea al contesto, piuttosto quella di uno dei tanti profughi di quegli inferni di cui noi sentiamo solo parlare. Che lo sia, fuga ogni dubbio in merito una giacca imbottita, dal tema mimetico, più grande di almeno una taglia e quello sguardo che chiede aiuto, anche senza l'ausilio della voce. Il ragazzo percorre il marciapiede senza una meta apparente. Si infila in un portone, titubante, ma una voce da dietro lo chiama, prima che possa affrontare le scale: "Ha bisogno di qualcosa ? Cerca qualcuno ?" Del resto il portiere fà il suo mestiere, con la cortesia che si addice a chi di quella categoria vuol mantenere il contegno di una volta e non sembrare solo un cane da guardia. Ed in effetti lo fa bene, visto come ha intercettato immediatamente una figura che stonava con il viavai frenetico dell'orario di ingresso negli uffici. Il ragazzo si ferma e realizza di essere lui il destinatario di quelle attenzioni. Due signore altezzose in attesa dell'ascensore lo guardano con aria di sfida, ma anche con timore: si sa che i pregiudizi si accompagnano coi sospetti e le apprensioni, prima di ogni altra considerazione. Lui invece si guarda intorno spaesato ed è evidente che vorrebbe essere aiutato. Ma non apre bocca, forse non è nemmeno in grado di farlo. O forse preferisce evitare qualsiasi conseguenza che aumenterebbe il disagio. Quindi, lentamente come era entrato, si gira e percorre a ritroso i pochi metri dell'androne, fino ad uscire nuovamente in strada. Forse era un ladruncolo che voleva infilarsi in qualche appartamento, o forse semplicemente un’anima persa, che, umiliata dalla vergogna, voleva chiedere l'elemosina in maniera discreta. Oppure soltanto in cerca di un angolo nascosto dove mettersi a dormire, dopo una notte passata a vagare in un mondo estraneo. Ma proprio in questo mondo a lui estraneo, oggi è più facile e più sbrigativo condannare le intenzioni, che cercare di interpretare e di comprendere le difficoltà altrui. Specie perché è più facile risolvere il problema senza farsi troppi scrupoli. Quello stesso mondo frenetico che costringe miriadi di persone a rispettare tutti i giorni gli stessi canovacci, ancorché tutt’altro che appaganti, correndo senza rendersi conto nemmeno di chi si ha vicino, non ha spazio per l'altrettanto ampia schiera di persone che non hanno canovacci da rispettare, che non hanno nessuno vicino cui chiedere una mano, pur volendolo fare, ma che hanno solo l'istinto e la necessità di sopravvivere. E allora succede che un ragazzo dall'atteggiamento che pare altalenante tra l'ostile ed il bisognoso, per quanto ciò sia del tutto scollegato dalla sua volontà, sia visto solo come una potenziale minaccia. Per quella che, pur essendo frenetica e priva di ogni sensibilità, rimane tuttavia una certezza, la garanzia di portare a compimento il ciclo di ogni giorno, ogni giorno. Quella certezza che quel ragazzo e mille altri come lui non hanno mai avuto e che forse lui questa mattina stava cercando.
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