CHE FUTURO CI ATTENDE ?
Nessuno può saperlo e meno male. Se avessi una macchina del tempo la utilizzerei per tornare indietro, non per andare avanti. Perché scoprire in anticipo cosa accadrebbe a me ed al mondo potrebbe rivelarsi meraviglioso, ma anche deleterio. Certo è che con tutto ciò che ci succede intorno oggi, le premesse perché il domani sia migliore lasciano molto a desiderare. Sempre che per ‘migliore’ si intenda davvero una condizione più favorevole rispetto a quella attuale. Si tratta di punti di vista soggettivi: ciò che è migliore per me potrebbe essere peggiore per qualcun altro e viceversa. Oppure potrebbe non avere alcuna rilevanza per qualcun altro. Mentre su un'immagine di mondo migliore potremmo concordare tutti se per migliore s'intendesse vivere in un contesto di pace globale, di buona salute, di società equa e solidale e così via. Elencando ognuno ciò che di bello vorrebbe vedere adornato il proprio mondo. Quindi parliamo di sogni, di quelli irrealizzabili. Se il quotidiano ci riserva notizie sempre più brutte e sempre meno belle, forse è perché è proprio questo l'andazzo della storia del mondo e non da oggi. Sembra quasi che tutte queste peripezie siano invece condizioni intrinseche allo stesso sviluppo della nostra società. Come se per andar bene debba andare sempre tutto male. L'umanità è ed è stata più volte ad un passo dall'autodistruggersi, eppure non ci è ancora riuscita. E se non è ancora avvenuto, in tutto questo tempo, si potrebbe pensare che non avverrà mai, che si tratti di un paradosso capace di resistere anche a fronte di allarmi sempre più preoccupanti ed a segnali di distruzione fisica e morale sempre più concreti. Sul palcoscenico della storia, nella veste di protagonista si avvicenda quella stessa umanità che sopravvive alle più disparate minacce, sacrificando parte di essa sull'altare della follia dei potenti di turno, nell’inconscio desiderio che, un giorno, di quei sogni irrealizzabili, almeno una infinitesima parte si realizzi. Fino ad allora resterà l’azzurro del cielo, nella cui vastità lasciarli vagare, quei sogni, immaginando che da qualche parte lassù si celi la speranza di spogliarsi da maschere e preconcetti e di realizzare la dimensione di umanità vera cui si anela dalla notte dei tempi.
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