DA GRANDE VOGLIO FARE IL BATTERISTA IN UNA ROCK BAND


Oggi è una di quelle giornate in cui la leggerezza della stagione estiva lascia un po’ di tempo libero da dedicare a qualcosa che altrimenti va perdendosi. Ho un cd ancora intonso. Un gruppo del panorama rock moderno al quale pochi mesi fa non mi sarei neanche sognato di interessarmi. Ho un paio di cuffie praticamente nuove che non aspettano altro che di essere collegate allo stereo, per non disturbare chi mi sta accanto, ma anche per sentire il rock -pure quello moderno- al volume che gli compete. Gli accordi sono fin da subito frenetici e travolgenti e mi vengono addolciti da un gelato che non rifiuto anche se sto cercando di perder peso: ci sta che in questa mezz’ora di distacco dal reale mi conceda anche un piccolo piacere al gusto. E mentre basso e batteria mi pompano fragorosamente nel cervello dando ritmo a voci e melodie diverse ma che mi ci è voluto poco per apprezzare, il mio sguardo vaga per la stanza e mi accorgo di quanto poco mi soffermi ad osservare casa mia stessa. In tutte le foto postemi intorno, così che la memoria mi resti sempre viva accanto, vedo quello che era, che mi riporta a quello che era ancora prima ed a tutto ciò che è stato dopo, fino ad oggi. Vedo segni della mia esistenza, della mia presenza nel mondo, nello stesso mondo in cui, mentre io ascolto musica dal divano del mio salotto, altri muoiono sotto le bombe o bevono cocktail a bordo dei loro yacht. Amaro e incongruente questo mondo maledetto. Un po’ come quando da ragazzo dissi in radio che ascoltavo hard rock perché mi rilassava. Ma era vero, come lo è oggi. Vedo in quelle foto un percorso fatto di crescita, di ostacoli e di soddisfazioni, foto che rievocano momenti anche difficili, nascosti dietro un’espressione che in quel momento ripudiava la difficoltà di dover andare avanti a tutti i costi. Il coraggio e la determinazione di una persona qualunque, che si stava costruendo la sua storia, lottando e godendo, ma anche arrancando e soffrendo. A dar forza a certi pensieri che oggi si sono ritagliati un posto in prima fila nella mia mente e che si prenotano per la prossima volta, la nuova traccia del cd, che riconosco dal titolo che sento cantare, senza ancora conoscere la canzone. Senza conoscere gli autori, dei quali ora andrò a fare una conoscenza più approfondita, perché non esista che io segua un gruppo senza conoscerne storia e formazione, in particolare chi-suona-cosa. Perché io da grande volevo picchiare sulla batteria come sta facendo questo qui adesso e voglio capire quanto bisogna essere bravi per vendere milioni di dischi, tra cui uno anche a chi dentro casa ha bisogno di mezz’ora per staccare dalla realtà. Ricordando ciò che è stato, sperando di essere ancora meglio, con un po’ di rammarico per non aver mai suonato la batteria in una rock band. 

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