MOTO ONDOSO IN AUMENTO

Il mare è la vita. Il mare in tempesta è la vita quando ci mette in difficoltà. Il mare in tempesta che si schianta sugli scogli è affrontare le difficoltà della vita ed in qualche modo superarle: ci si può far male, oppure uscirne solo bagnati. Scrissi questo pensiero qualche anno fà, guardano il mare agitato in un tardo pomeriggio dì fine estate. L'immagine per eccellenza della malinconia che ci coglie quando realizziamo che un'altra bella stagione se ne sta andando e che un altro inverno è dietro l’angolo. Il tempo che passa, inesorabile e impietoso, mi porta oggi, sulla stessa spiaggia e più o meno con la stessa mareggiata, ad osservare il moto ondoso che, dopo il canonico aumento, diminuisce. Dopo che per due giorni e due notti ha frastornato gli ultimi vacanzieri col monotono accavallarsi dei marosi tumultuosi. Che il mare sia per me la vita è una similitudine che mi accompagna da sempre, nato in una città di mare, cresciuto in riva a quello Ligure, trascorrendo le vacanze di bambino e di adolescente sulla punta siciliana dello stretto di Messina. Un elemento del quale non posso fare a meno, che amo e che temo al contempo, con la medesima intensità e con lo stesso trasporto. Che mi sarebbe piaciuto vivere ancor di più solcandolo con una pilotina tutta mia, sogno che le vicende della mia esistenza in un modo o nell'altro non mi hanno mai messo in condizione di realizzare. Lo amo e lo temo significa che non posso farne a meno, ma anche che lo rispetto, perché so che ci si abbandona troppo poi rischia di andare a fondo. E non è solo una metafora. Complice l'invecchiamento, subentrano anche timori ingiustificati di improbabili attacchi di predatori marini, o l'incapacità di tornare a riva, o cose così. E la sensazione di sconfinata potenza che l’imponenza del mare trasmette dà la misura di quanto piccolo sia l'uomo dinnanzi al mondo, giustificando in qualche modo il timore di esserne sopraffatto, se il rispetto viene a mancare. Un potenza peraltro affascinante, coinvolgente, così come coinvolgono quelle onde che raramente permettono ai coraggiosi di buttarvisi dentro o di cercare di cavalcarle, emulando con scarsi risultati gli esperti che affrontano ben altri cavalloni, in posti lontano da qui. Ma immaginarlo è bello, perdendosi a osservare il ripetersi quasi programmato di un’onda e di quella che segue e provarci lo è ancora di più. Quando il moto ondoso è in aumento, come recita da copione la voce delle previsioni meteo, c’è di che aver paura, ma anche di restarne così affascinati da tornare bambini, come quando si restava a bocca aperta davanti alle sfavillanti vetrine dei più bei negozi di giocattoli sotto Natale. Mare, a cui manca solo la prima vocale per essere amare. E non aggettivo ma verbo. Il verbo di chi ama il mare e tutte le sensazioni che lui regala, solo portandogli il rispetto che merita. 


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