MOMENTI DIFFICILI. MA NON IMPOSSIBILI.

Una parte di popolo che si schiera a favore di GSF, la sostiene moralmente, ci si immedesima e la ringrazia per quello che ha fatto. Un’altra parte che la ingiuria e la insulta, la schernisce e vi si schiera contro, condannandone i protagonisti con processi sommari. Una parte di popolo cui GSF ha dato l’input che mancava per tornare a riempire le piazze. Un’altra parte che sposa la linea del governo da essa stessa votato, cioè quella di condannare i propri concittadini, invece che sostenerli. Non ci sono più valori, solo schieramenti. Che di fronte alla emergenza umanitaria di Gaza diventano puerili. Non c’è più coscienza di ciò che sta accadendo e di ciò di cui c’è veramente bisogno, si tratta solo di politica. L'atto di grande coraggio portato avanti in completa autonomia da un gruppo di persone comuni è stato trasformato in propaganda becera. Non è più una questione morale, perché non ha mai potuto esserlo, per quanto lo fosse e dovesse essere solo quello. Mentre per il governo spagnolo di centro-sinistra è assolutamente normale tutelare i propri concittadini sequestrati da Israele fuori dalle sue acque territoriali, quello italiano di centro(?)-destra ha platealmente conclamato il suo disprezzo verso i suoi, che si trovano nelle stesse condizioni di quelli spagnoli e di altre nazionalità, ma che a loro differenza non godono delle legittime attenzioni che Palazzo Chigi dovrebbe garantirgli. Mentre il governo spagnolo rappresenta l'identità di un paese, quello italiano ha definitivamente spaccato in due il suo. Per il governo italiano il punto non è governare bene o male, ma mantenere e possibilmente incrementare consensi e gradimento, tra le fila grassocce del suo elettorato di italiani ingozzati come oche di improbabili promesse di libertà dai migranti e garanzie di tasse ridotte. L’obiettivo è solo quello di tenere lontana un'opposizione che comunque ancora si tiene lontana da sola, incapace di sfruttare anche i momenti propizi. E l’opportunità di dare degli irresponsabili ai componenti della flottiglia, rafforzando inaspettatamente la propria consistenza, è un’occasione che questo governo non poteva lasciarsi scappare, un regalo inatteso, per quanto inopportuno ed immeritato. Ciononostante la piazza si sta risvegliando e lascia ben sperare in un futuro di rigurgiti d’orgoglio. Il punto però non dovrebbe essere soltanto quello di schierarsi con GSF e quindi col popolo Palestinese e di concentrarsi solo su ciò che sta accadendo di fronte a Gaza. Perché allora avrebbero ragione pure quelli che chiedono perché non ci sia lo stesso impegno umanitario per altre popolazioni colpite dalla guerra in giro per il mondo, soggiogate da eccidi altrettanto sanguinosi e persecuzioni ancora più cruente e da ben più tempo. In questo momento i riflettori della opinione pubblica mondiale sono concentrati esclusivamente su due fronti, quello Ucraino e quello Palestinese, se la si vuole vedere dalla parte degli aggrediti, oppure su quello Russo e quello Israeliano, se la si guarda dalla parte degli aggressori. Ciò non toglie che siano anche molti altri i teatri dove va in scena l’umanità violentata, si sa, ma si sa anche che gli interessi economici spostano sempre le attenzioni... Comunque la si guardi, è inevitabile schierarsi, prendere le parti e allora scontrarsi anche solo sulle opinioni. Dimenticandosi tutti, o forse volendosi dimenticare, che quando c'è così tanta gente che muore, non ci dovrebbero essere schieramenti, né divisioni, ma solo una grande, unica unità d'intenti. E che dovrebbero essere i governi in primis a dare l’esempio, esponendo il petto al pericolo, quale che sia e non abbassando il mento e le orecchie facendo finta di nulla, perché così conviene fare. Il nostro paese sta attraversando un periodo che definire contraddittorio è come cercare di spegnere un incendio con un bicchiere d’acqua. Molti italiani hanno ritrovato la forza di manifestare e di protestare, ma non ancora quello di tornare in massa alle urne. Se alle manifestazioni ed alle proteste di oggi farà seguito la rinascita della consapevolezza del potere del voto, allora il senso di tutte le diatribe e degli scontri privi di contenuti cui oggi stiamo assistendo svanirà come “lacrime nella pioggia”. C’è bisogno di tornare ad avere una dignità di popolo che spazzi via questa situazione ambigua che sta condizionando il dibattito politico e la ricerca di un equilibrio sociale che nel nostro paese manca ormai da decenni. Il pretesto per tornare a sperare oggi ce lo ha dato GSF. Tanto tempo fa, tanto per citare un caso su tutti, Sandro Pertini è stato forse l’ultimo capo di stato capace di far sentire gli italiani un popolo unito. Perché era l'esatto contrario del politico divisivo ed egoista che abbiamo oggi, pur essendo stato a sua volta un partigiano, un socialista e soprattutto un accesissimo antifascista. Eppure quei tempi erano molto più difficili rispetto ad oggi, oggi che certi valori si sono persi completamente, soverchiati dall'appiattimento delle coscienze, che si accontentano delle scaramucce e dei sondaggi, avendo perso il contatto con una realtà che non può essere quella di un premier che urla e di un vice premier che minaccia. Un popolo è tale per merito del suo leader che ce lo fa sentire. Se il popolo è spezzato in due, la colpa è del suo premier che così ha voluto che fosse. 


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