ARRIVEDERCI !
C’è una telenovela il cui titolo “Terramara” mi faceva sorridere. Forse perché ero troppo presuntuoso per capire che per molte persone quello era un appuntamento imprescindibile. Una di quelle persone era Michelina, che trovavo aggrappata alla sponda del letto per tenersi vicina alla tv e sentire bene i dialoghi di una storia che poi amava riportarmi. Ma lei aveva anche mille altre storie da raccontare a mille altre persone. Tutte quelle che affollavano la sua vita, nel focolare della sua casa che era diventata il club delle comari di Volturara. O quelle che attraverso il cellulare ogni giorno dovevano sentirla. O quelle che da lontano la ricordavano e sempre la ricorderanno. Aveva storie da raccontare, ma anche consigli da elargire, a chi ne aveva bisogno e si presentava da lei sicuro di tornarsene a casa con la soluzione del problema in tasca. O meglio, nel cuore. Ma anche rimproveri da non lesinare, perché da chi aveva vissuto una vita come la sua si doveva accettare anche un rimbrotto, quando ci voleva. Tutto questo ed altro caratterizzava la vita di Michelina, che sembrava dovesse terminare nell’afa di pomeriggio d’estate in una sala operatoria di un ospedale genovese, ma che invece come per miracolo (e forse senza il come) è ripresa a Volturara, scalando la montagna dell’invalidità come fosse stato passeggiare nei campi. Anche senza gambe. Nessuna delle vette impervie affrontate nella sua esistenza l’ha mai demoralizzata e non sarebbe stato dire addio alle gambe a fermarla. Fino a che, in pace col mondo e con sé stessa, non avesse deciso di essere arrivata in fondo al suo cammino. Una mattina di fine anno, nella sua casa, nella sua stanza, con le sue bambole. Salutando i figli con la stessa determinazione con cui ha insegnato loro a vivere ed a continuare a vivere. Questo è il perché chi le ha voluto bene vedeva in lei l’esempio cui fare riferimento e non solo una cara vecchia amica, ancorché comunque lo fosse per chiunque. A prescindere.

Non mi do pace non ci credo
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