È SEMPRE NATALE O NON LO È MAI

Vai a dirlo a Giuseppina e Armando che è Natale. Una sonnecchia intontita, come tutti giorni sulla stessa poltrona, in sala tv. L’altro gira per i locali a fare un po’ come il guardiano, a sgridare Pino che non si leva dalla porta, o ad aiutare Gemma a spostarsi negli spazi angusti con la sua ingombrante sedia a rotelle. Vai a dirlo a Luisa che è Natale, lei che riceve un regalo dal nipote che è andato a trovarla, ma che resta confusa, perché non si aspetta più regali, non sa se e come deve aprirlo, né perché. Vai a dirlo ad Antonio, che le sta accanto e che lo ha capito e che a modo suo cerca di spiegarglielo, ma il suo tono di voce è troppo basso per l’udito scarso di Luisa. Vai a dirlo a Rosanna che è Natale, lei che nell’antigiardino impreca perché ce l’ha sempre con qualcuno, che è sempre lo stesso con cui ce l’ha ogni giorno, ma non si ci capisce bene chi sia. Vai a dirlo a Pino, che si è tolto dalla porta, che lì per lì non ha compreso di cosa Armando lo rimproverasse e perché, ma a cui è bastato il tono per realizzare che era qualcosa di serio. E Pino gira anche lui per i locali, intervallando questo suo passatempo sedendosi alla sua solita sedia, vedi mai che qualcuno gli rubi il posto prima che arrivi il pranzo. Vai a dirlo a Silvana che è Natale, anche lei a proteggere il suo posto, quello col cuscino, tanto disponibile a fare due chiacchiere con Giuseppina, quando è sveglia e con Gemma, che è la più serena, ma sempre pronta a sbarazzarsi con un gesto di sfida altezzosa dell’inopportuna invadenza di Antonio, allontanandosi da lui e dagli altri. Vai a dirlo ai questi vecchietti, che sono arrivati all’ennesimo Natale della loro vita che li ha messi in condizione di viverlo in un modo che la maggior parte di chi li guarda da fuori non riuscirebbe a sostenere per un minuto. Vai a dirlo a loro, che il 25 avranno un pranzo un po’ più ricco del solito e che forse capiranno il perché, ma solo in quel momento. Anche quest’altro Natale poi sarà passato e tutti gli altri giorni saranno uguali ai precedenti e tali e quali a quelli che verranno. Senza sapere che al mondo ci sono anche bambini che muoiono di freddo, in una tendopoli del Medio Oriente dove qualcuno ha deciso di non far arrivare aiuti per salvare almeno loro. Neanche a Natale. Senza sapere che al mondo ci sono figli strappati alle madri e mariti alle mogli e padri ai figli, perché qualcuno ha loro imposto di andare a perder tempo, speranza e futuro ed in molti casi anche la vita, in una cosa stupida che chiamano guerra. Anche a Natale. Senza sapere che molte altre persone, fuori di lì ma non distanti da loro, dormono sul marciapiede, se riescono a trovare un angolo riparato e qualcosa con cui coprirsi che sia meglio di un cartone. Senza volere o poter pensare che fuori di lì ci sono persone sole come loro, indigenti d’amore e indisposte come loro, che pur avendo un tetto sopra la testa, non hanno nessuno con cui condividerlo. Ma è comunque Natale. E loro sono lì dentro, tutti insieme, chi abbastanza lucido per capirlo e accettarlo, chi un po’ meno per accettarlo senza capirlo, chi perché il mondo non ha più nulla da dargli e loro nulla da chiedere al mondo. Se non che questo Natale, anche senza la loro consapevolezza, porti in regalo un pensiero per loro, nella vita di chi sta fuori. 

Commenti

Post popolari in questo blog