POVERA ITALIA 


Oggi più che mai ribadisco la mia decisione di estraniarmi dal sudiciume che, tramite i social, viene divulgato come notizie nel contesto di ciò che ormai impunemente è definita politica. Si tratta per lo più delle pietose scaramucce verbali nelle quali indugiano come fannulloni coloro che dovrebbero invece lavorare per il paese e per la sua gente. Che gioco forza non riesco ad evitare, perché comunque le informazioni scorrono e restano disponibili alla mercé di tutti. In quanto proprio quello è il loro scopo. L’ultima va al di là di ogni pietosa immagine. L’arresto dei presunti finanziatori illeciti di Hamas, l’altro giorno a Genova, è stato strumentalizzato dall’attuale forza di governo per discriminare le proteste di piazza contro il genocidio perpetrato tuttora a Gaza. Criminalizzando quelle, al contempo, come sostegno al terrorismo. Se non vedessi e sentissi coi miei sensi, sarebbe da non credere. Ma se anche mi tappassi il naso per annullare un altro dei miei sensi e dessi credito a questi sedicenti politici, non riuscirei comunque a trovare nel loro operato un briciolo di coerenza con l’incarico che è stato loro affidato dalle urne. Che sarebbe quello di governare un paese e un popolo, con giudizio ed equilibrio e non di continuare a minare la sua stabilità sociale e morale additandosi reciprocamente con l’opposizione a suon di puerili e inutili banalità. Qualche giorno prima, nell’imminenza delle festività, centosedici esseri umani perivano tra i flutti del Mediterraneo, letteralmente ignorati non solo da chi avrebbe potuto e dovuto salvarli, ma anche e ancor peggio da ciò che l’opinione pubblica avrebbe potuto fare cercando di comprendere come al giorno d’oggi possano ancora accadere tragedie del genere. Scovando i responsabili della loro morte tra coloro che hanno il dovere di salvare vite in difficoltà. Qualsiasi difficoltà, qualsiasi vita. Invece tutto è passato nel silenzio più assordante e la memoria delle vittime è già smarrita come le loro vite stesse. E chi doveva, li sì, dimostrare partecipazione, mettersi in discussione, dare spiegazioni, ha evitato una volta di più di esporsi, palesando l’inadeguatezza evidente che caratterizza questa classe dirigente. Tutto questo ricade in quel calderone confuso e ormai indistinguibile che è il bailamme indecente della nostra odierna politica. Un mondo tutto suo fatto di indifferenza verso le vere tematiche e di incapacità di confrontarsi, di dialogare, di analizzare i problemi e di trovare soluzioni per risolverli. Un mondo in cui, invece di impegnarsi per il bene di chi si dice di guidare, davvero si perde il tempo per farlo bisticciando come bambini all’asilo, o peggio come certi ignoranti che si pestano per un parcheggio. Animi aridi e secchi come rami d’inverno che tendono le braccia verso l’alto, non in cerca di acqua e aria, ma per restare aggrappati al consenso di chi si riconosce in questo livello di società sempre più povera di contenuti, disarmante, inconcludente. 

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