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Visualizzazione dei post da agosto, 2024
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 LA STRAVAGANZA CHE S’ INCONTRA PER STRADA Un signore distinto, sui cinquantacinque, pelato, elegante nel suo completo in tessuto leggero color nocciola, occhiale raffinato, cravatta coraggiosa visto il caldo. Attraversa la strada e si ferma a conversare con un altro personaggio. Un po’ meno distinto costui, alto e dinoccolato, occhialuto anch’egli, maglietta e bermuda in tonalità militari, che non a caso richiamano il copricapo, coraggioso tanto quanto la cravatta dell’interlocutore, trattandosi di un basco in panno nero orlato, non propriamente adatto alla calura persistente di questo periodo, con la particolarità di cinque nobili stellette, in bella vista frontale. Non mi è stato possibile constatare se i due si conoscessero, se si fossero incontrati per caso, o se avessero un appuntamento. O se invece non si conoscessero ed avessero cominciato a parlare per pura cortesia. Fatto sta che in comune sembravano avere davvero ben poco ed a fatica, in quei pochi attimi concessimi dal ...
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I GUSTI SONO GUSTI "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia. Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità." (Mt 23, 27-28) Siccome io sono credente, cattolico praticante, allora non potrei ascoltare il rock. Siccome io sono credente, cattolico praticante, allora non potrei essere di sinistra. Ma chi ha stabilito questi “dogmi”, queste regole astruse ?! Ipocriti ! Proprio come quegli scribi e quei farisei. Sepolcri imbiancati di fresco all'esterno, per mascherare l'immondizia che abbonda al loro interno. Belli fuori e sporchi dentro. Facciate signorili ed eleganti, che nascondono falsità e bugie. Stereotipi per nulla inusuali. Credo che alla base del concetto di esistenza, la libertà di poter scegliere debba essere un punto fermo. E fortunatamente così è. Solo che poi c...
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UN FILM CHE APRE IL CUORE Stasera l'hanno riprogrammato ed io non me lo sarei perso per nulla al mondo. E sapevo che avrei pianto come un agnello al macello. Ma mica mi vergogno a confessarlo sul mio blog. Tanto siete in pochi, pochissimi a leggerlo. A me sta bene comunque anche così, perchè se scrivo di questi film bellissimi, lo faccio principalmente per me stesso, come di tutto il resto che scrivo. Una sorta di diario che non leggerò mai più, ma che sono certo aver affidato 'ai posteri'. A me, per lasciare una traccia del mio passaggio, per esser certo di esserci stato. E di essere fatto così, a modo mio. Un modo in cui ci stanno anche film come questo, film che ti fanno sognare, che nella breve durata della programmazione ti fanno vivere un sogno, un'idea di ciò che tutti vorremmo realizzare senza avere il coraggio di ammetterlo. Qui c'è questo attore fantastico, che è Jamie Bell (lo stesso che vent'anni dopo ridarà il bianco impersonando Bernie Taupin, il g...
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LA PIETRA E LA STORIA Storia. Oggi c’è un’ora di Storia. Che palle studiare Storia. La ricordo come la materia più noiosa, insopportabile ed odiata tra tutte. Quando non si avevano ancora vent’anni. Poi, ad un certo punto imprecisato dell’esistenza, diverso per tutti, magari non per tutti, ci si accorge di quanto conoscere e capire come nel corso del tempo siamo arrivati ad essere quello che siamo oggi, sia importante e affascinante. La Storia. Quella dell’uomo e delle sue vicissitudini, dal grande personaggio, il cui nome ricorre sulle pagine dei libri e sulle lapidi commemorative, all’ultimo degli ultimi, come uno qualunque dei nostri giorni, “l’uomo della strada” per dirla all’anglosassone. Tra i quali i senzatetto, quei poveracci che ancora oggi fanno da contraltare ai benestanti, nella scala delle classi sociali che da sempre contraddistinguono le epoche storiche. La pietra su cui ieri ho posato la mia mano, titubante quanto famelica, risale all’alto medioevo. Quella pietra, insie...
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 “ METTITI COI MEGLIO DI TE E FANNE SPESA” Questo è un vecchio detto del paese, che ho sentito per la prima volta solo quest’anno e che ovviamente rende meglio se espresso in dialetto. Il paese che anche quest’anno è stato teatro di avvenimenti, episodi, momenti, ognuno dei quali ha sortito in me un effetto strettamente personale.  I centrini, incastonati nelle vie come diamanti su una parure.  Una manovra di ortopedia d’urgenza eseguita con successo a mani nude, da uno specialista in vacanza. Due anziane amiche dirimpettaie, costrette dall’età avanzata e dal sopravvenuto immobilismo a salutarsi a distanza, con l’emozione che una tale prova di affetto senza tempo provoca, in chi ne è protagonista, ma forse più in chi assiste.  Le cene in piazza, capaci di richiamare centinaia di persone ogni sera, grazie ad una passione, che è più di un lavoro, di un gruppo di volontari non più giovanissimi, ma che vanno avanti perché è bello farlo.  Scuola di canto e di scrittu...
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  L’ETERNO DILEMMA   Essere o apparire. È l’eterno dilemma che mi tormenta più di quanto io riesca a sopportare. È una specie di disturbo ossessivo. Il desiderio di essere semplicemente una persona qualsiasi è spesso assillato dal demone insistente dell’apparenza. È una specie di necessità, come quella di respirare. Peraltro, io non sono nemmeno un esperto di questo tipo di atteggiamento, se confrontato con chi di esso fa la sua arma primaria nel contesto sociale nel quale siamo chiamati a dimensionarci. Mi conforta infatti appurare che tale necessità non è solo mia. Sono circondato da situazioni ed occasioni in cui vince la volontà, l’esigenza, l’obbligo di dover fare cose che devono essere fatte. Accantonando la capacità, disconoscendo il coraggio, ignorando il buon senso di porsi concretamente la domanda che dovrebbe essere imprescindibile: ma davvero voglio o devo farlo? A che pro? Per chi? Perché? È allora si fa, si appare, perché è molto più sbrigativo e semplice farlo c...
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ESTEMPORANEO   A volte penso al luogo comune secondo il quale noi siamo di passaggio su questo mondo che si trasforma ma è sempre lo stesso. Lo stesso di milioni di anni fa, di un secolo fa, di ieri. Lo stesso che sarà tra uno o mille giorni. Un posto destinato ad essere casa del genere umano e di tutti gli altri che vi dimorano. Un posto che ha visto trasformare sé stesso in funzione delle trasformazioni di chi lo abita. Per esempio, un giorno passo in un luogo e noto un trattore che ara la terra, oppure il mare che si infrange sugli scogli. È la stessa cosa che ha visto qualcun altro prima di me e che vedrà ancora qualcun altro dopo di me. Cambiano i protagonisti, ma la storia e la scenografia sono sempre le stesse. Noi siamo gli attori, che si avvicendano su questo palco chiamato mondo. E si sa, gli attori sono egocentrici e presuntuosi e quindi pensano di essere i padroni del mondo. Infatti ne fanno ciò che vogliono. Il risultato però è che gli attori vanno e vengono e la loro ...
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IO, LUI E NERUDA L’incontro tra i due fu del tutto casuale, come quegli incontri che suggellano legami forti nella loro effimerità. Il giornalista, sudaticcio e malfermo sulle gambe, sorseggiava un Pernod, tentando di nascondersi dal mondo, rintanato nell’ultimo tavolino in fondo al bar, quello che si solito serve come riferimento per l’attigua porta dei servizi. Fuori pioveva, una pioggerella fine ma insistente. Era stufo e si sentiva vecchio. Lo spirito libero entrò nel locale, il sorriso sempre stampato in viso e la leggerezza di un bambino. Lo spirito libero non aveva bisogno di andare in bagno, ma vide subito il giornalista seduto lì vicino. Gli si avvicinò cauto e gli chiese se poteva fargli compagnia. Il giornalista non era abituato a certe spontanee dimostrazioni di interesse per lui, anzi gli davano anche un po’ fastidio. Ma dato che l’approccio dell’altro era educato ed apparentemente innocuo, gli fece cenno col mento di accomodarsi sull’altra seggiola. “Bevi qualcosa?” gli c...
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ODE AL FOLLETTO NORDICO Da tifoso genoano, tra le varie caratteristiche che contraddistinguono il mio io, non posso esimermi dal vergare su questo blog anche un pensiero sulle ultime vicende di mercato che hanno coinvolto la gloriosa società del grifone. Mi scuseranno quindi coloro che aborrano il calcio, o semplicemente lo ignorano.  Giusto tre mesi fa, al termine dello scorso campionato di Serie A, scrissi un post ( https://www.facebook.com/share/Ti7wsuYgwH7rQ3t5/?mibextid=WC7FNe ),  dove anticipavo che due dei giocatori di punta della squadra avrebbero potuto svestire la casacca rossoblu, per andare ad indossarne un’altra. Per motivi per lo più economici, beninteso, come quasi sempre in queste circostanze. Scrissi che forse avrebbero potuto partire entrambi, oppure uno solo, oppure (ma in realtà non ci credevo) nessuno dei due. Infatti sono partiti entrambi. Insieme al portiere, altro punto di forza dell’organico, ma vabbè. Non starò certo a spiegare i tecnicismi del mercat...
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TESTIMONIANZE CHE NON TI ASPETTI “Anche io sono nata a Volturara nel 1964. I ricordi sono tanti e continuo a pensare che vivere la propria infanzia in un piccolo paese come Volturara sia un’esperienza unica e meravigliosa. Avevo quattro anni, i miei genitori avevano un negozio, un emporio come si chiamava allora, cioè uno stanzone in cui si trovava di tutto, dalla pasta alle lavatrici, dalle lampadine ai fagioli. Si vendeva tutto sfuso, altro che sostenibilità e riciclo! Qui a Volturara, all’epoca, la plastica era sconosciuta. Io giocavo tutti i giorni fuori dal negozio, nelle viuzze limitrofe ed un giorno, molto assetata, entrai nel negozio e, vedendo un bicchiere con del liquido trasparente, con tutta la foga di una bimba bisognosa d’acqua e senza chiedere nulla, presi quel bicchiere ed in un sorso mandai giù tutto. Non era acqua di fonte ma acqua ragia! Il dopo? Don Luigi, il medico condotto del paese, mi salvò. Come? Infilandomi un tubo in gola. Il ricordo è vivido ancora oggi, com...
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AIUTO È FERRAGOSTO! Attenzione, questo post potrebbe risultare offensivo per qualcuno. Non me ne vogliano i puristi delle festività di cartello, ma, giuro, non capirò mai cosa spinge la maggior parte dei titolari di un scheda sim attiva, piuttosto che di un profilo social o di un web account, di inondare l’etere moderno di auguri. Auguri per Ferragosto, come oggi, ma anche per Natale, per Pasqua e a Capodanno. Auguri a chi? A tutti? Così, nel mucchio, tanto per non far torto a nessuno? Anche a coloro che dichiaratamente stanno sulle balle e che se si incrociano per strada si cambia marciapiede? O che, ok la vignetta ben augurante via whatsapp, ma una telefonata, il 7 ottobre o il 22 marzo, per chiedere come va, no eh…. ? O ancora, forse è solo ottemperare ad una consuetudine, rigorosa solo per chi crede che lo sia e così avere la coscienza in pace, per aver fatto quello che fanno tutti ? L’utilizzo degli smartphone e con essi la smodata e cronica ossessione di inondare gli infiniti spa...
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IL LEGAME CHE NON CROLLA La prima cosa che mi viene in mente ripensando al crollo del ponte, di cui oggi ricorre il sesto anniversario, è l’amore e l’attaccamento che provo per i miei figli. Mi gela il sangue all’idea che in quel momento potessero esserci anche loro, a transitare su quel ponte. E allora è più che comprensibile condividere lo strazio che, da sei anni, le famiglie delle quarantatré vittime stanno costantemente vivendo. Al punto che, per come la vedo io, se e quando coloro che verranno riconosciuti responsabili verranno anche condannati, non sarà che un palliativo per chi ha sofferto un dolore atroce e continuerà a soffrirlo sempre. Non è solo una questione di fare e ottenere giustizia. Per quanto ciò potrà essere determinante per mettere la parola fine alla storia, per quelle famiglie non vi sarà mai una fine. Quelle sono cicatrici che non si rimargineranno mai. Non posso dirlo io che non sono coinvolto, ma posso immaginarlo, guardando i miei figli ora, cosa che quelle f...
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CORRERE DIETRO A UN RIMPIANTO Si dice che nella vita non bisogna avere rimpianti. Non vedo perché. Non è che si può fare sempre tutto quello che si vorrebbe. Ed infatti io ho molti rimpianti. Anche se il primo fra tutti non si può proprio definire tale. Una volta alla settimana mi concedevo lo svago del classico calcetto con gli amici. Comune a tanti. Che però, ad un certo punto del cammin della mia vita, ho dovuto interrompere. Rimpianto enorme. Mi manca da morire ancora adesso che sono passati tanti anni. Mi manca l’appuntamento col gruppo, raccontarsene due negli spogliatoi, prima e dopo la sgambata, luogo di complicità e di pudicizia debellata. Passare un paio d'ore in tutto a divertirsi, perché quello è. Un divertimento semplice, che se condiviso con gli amici acquista un valore impagabile. E poi rincorrere il pallone, cercando di impegnarsi comunque perché il divertimento fosse completo con la soddisfazione di aver dato e fatto il meglio. E l’ho fatto per tanti, tantissimi an...
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L’ACREDINE NUOCE ALLA SALUTE C’era una volta un paesino piccino picciò. Così piccolo da sostenere il paradosso di essere teatro di grandi contrasti intestini, sociali e culturali. Accadeva infatti che alcune iniziative innovative, in termini di folklore e partecipazione popolare, intraprese da un gruppo di volonterosi amanti del luogo e delle sue tradizioni, risultassero indigeste a chi per decenni aveva gestito le manifestazioni locali a mo’di pro loco, non senza il grosso riconoscimento di saper richiamare  la partecipazione anche delle altre comunità vicine. Tale intolleranza si concretizzava in aspre critiche su quanto era stato fatto, cercando di farlo passare per l’intenzione di rimpiazzare la vecchia guardia. Gli innovatori venivano attaccati con definizioni canzonatorie, che mal celavano in realtà una acredine conclamata verso il nuovo, palesando l’evidente timore di essere accantonati dopo decenni di onorato servizio. Mentre nulla di tutto ciò era mai passato per la mente ...
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UNA STORIA ANTICA  Giuseppe decise di scrivere la lettera dopo aver a lungo riflettuto sul grave turbamento che le sue parole avrebbero potuto scatenare. Sapeva che non sarebbero rimaste circoscritte come lui avrebbe voluto ed era combattuto tra la prudenza di tenersi tutto per sé e l’azzardo di provarci. Di gettare il sasso nello stagno. Confidando che lo stagno avrebbe tenuto entro i suoi limiti i cerchi concentrici della verità. Optò per esternare ciò che gli opprimeva cuore e mente da troppo tempo. “Se  tra noi spesso insiste silenzio è perché entrambi sappiamo che quel che abbiamo da dirci è meglio non dirlo. Infatti nessuno dei due ha il coraggio di cominciare a parlarne ed entrambi abbiamo il buon senso di evitare di farlo. Nel mezzo di questo limbo non diversamente interpretabile, sta la certezza che si tratta di qualcosa di cui non si deve dire. Perché riguarda quello che non è successo perché non doveva succedere. Il motivo resterà inaccessibile, celato nei meandri d...
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LE PROMESSE COPPIE Domenica, una fresca mattina di primavera degli anni cinquanta, un paesino di campagna vissuto da contadini ed artigiani, gente onesta e concreta. La chiesa è già aperta di buon ora, perché la giornata è particolare. È un evento che partecipa tutti gli abitanti, perché un matrimonio, per quella piccola comunità, rappresenta la sopravvivenza, nel tentativo strenuo di osteggiare l’ormai consolidata necessità di emigrare in cerca di migliori fortune. I due sposi sono oltremodo felici di potersi unire nel sacramento, per poter rendere così finalmente ufficiale il loro amore dinnanzi al mondo e smettere di temere occhi e giudizi indiscreti, anche solo per una carezza rubata. Solo la sera prima, lungo il passeggio del paese, i due promessi trascorrevano la vigilia insieme, procedendo lentamente, ardendo di desiderio e godendosi il momento. O per lo meno cercando di goderselo. Perché i genitori di lei, che seguivano a pochi passi, attenti e vigili come spie dell’antico stam...
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QUANDO ERAVAMO (MOLTO PIÙ) GIOVANI Incontro quel mio amico che non vedevo da un bel po’. Mi racconta che ha avuto problemi di salute, a causa dei quali ha dovuto cambiare mansioni sul posto di lavoro, per cui ora è a stretto contatto con Paolo. Paolo... Ogni volta che sento fare il suo nome, la mente corre subito a quella che fu una splendida amicizia tra ragazzini, che nacque ancora prima, sui banchi della prima elementare e che si protrasse solo fino ad un certo punto, di un’adolescenza appena accennata. Quando un diavoletto, ironia del destino anche lui di nome Paolo, non ci mise la coda. E l’angioletto, ingenuo e troppo acerbo che ero io, ci inciampò e ne cadde vittima, con tutte le scarpe. Quella con Paolo era un’amicizia fraterna davvero, non per modo di dire, una di quelle amicizie destinate a durare in eterno. Quelle amicizie che legano le anime, prima che le persone. O forse di un tanto mi illudevo, perchè, da così giovani, la visione di ciò che accadrà in futuro è sicuramente...
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ATTENTI A QUEI DUE….DUE Certo che il caso è proprio un mattacchione! Non faccio a tempo a postare dei Persuaders, che mi si piazzano davanti questi altri due. Che qui in foto sono in quattro, ma in realtà si tratta di due. E che due. Un’altra serie epica dei miei anni andati, l'appuntamento settimanale fisso, per lunghe stagioni (termine che allora non si usava, in realtà), una carica ed uno sprint morale che soprattutto mi divertiva. L’iconica Ford “Gran Torino” rossa con la banda bianca, che si contrapponeva al Generale Lee dei cugini Duke di Hazzard. Il colletto sempre alzato di Starsky, l’Hutch sbarazzino che faceva a pugni con la pignoleria del compagno. Il film del 2004, omaggio doveroso alla serie degli anni ’80, è una commedia imperdibile. Un cast eccezionale, i migliori interpreti del cinema brillante d'oltreoceano tutti insieme. Una ricostruzione fedele dei personaggi e delle dinamiche degli episodi televisivi. Spassosissime gags che fanno tornare alla memoria la leg...
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ATTENTI A QUEI DUE Ieri mi è capitato di sentirne  la mitica sigla  e allora mi sono subito tornati alla mente quei due simpaticoni dei "Persuaders", titolo originale della serie, molto più efficace ed espressiva di quella tradotta in italiano con la solita bizzarra fantasia in "Attenti a quai due". Lord Sinclair e Mister Wilde, impersonificati da quelle icone immortali del cinema che rispondono ai nomi di Roger Moore e Tony Curtis, prestati alla tv per un prodotto che è poi giustamente passato alla storia del piccolo schermo. Inevitabile che una pacata nostalgia mi assalisse. Che poi, allora non si chiamavano mica serie, ma telefilm. Anche se in pratica la formula era esattamente la stessa. Ma oggi, come sappiamo, è tutto diverso e tutto deve sottostare alle rigide regole dello star system. Le storie dei singoli episodi erano molto entusiasmanti, naturalmente visti con gli occhi, il gusto e le aspettative di quarant'anni fa, appunto. L'eleganza dell'ing...
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FACCIO UN SALTO IN CIELO E TORNO Armand Duplantis, "chi era costui ?" Mi imbatto casualmente in questo svedesone dalle chiare origini quantomeno francofone, mai visto né sentito prima. Gagliardo nel suo completino da gara gialloblù, chioma al vento da vichingo classico e sguardo risoluto da giovanotto caparbio. E' colui che ieri ha vinto la medaglia d'oro per il salto con l'asta alle Olimpiadi di Parigi. Ma ciò cui assisto adesso và oltre. Lui è rimasto in pedana, anche dopo aver vinto, perché vuole andare avanti. E siccome la gara è terminata -e lui l'ha già vinta-, la cosa ha il sentore di esser grossa. Le intenzioni appaiono piuttosto serie, c'è convinzione, è deciso. O almeno tutto così sembra. L'argento ed il bronzo della gara, un americano ed un greco, i suoi avversari, sono rimasti lì pure loro, a fargli compagnia. E, si scoprirà di lì a breve, anche a fare il tifo per lui. Gli fanno compagnia pure i circa ottantamila spettatori presenti sugli s...